sabato 9 giugno 2007

PRIMO OSPITE ILLUSTRE

Bene amici cari. Vi annuncio che anche il secondo ospite della seconda manche è stato svelato. Il nostro amico Coccia sta a tre,eh! Presto ci sarà la prossima puntata con due nuovi ospiti! Presto arriveranno nuovi racconti sui miei esperimenti! Presto ci saranno nuove mie riflessioni....Aspettatemi con ansia, nel frattempo non dimenticatemiiiiii!!!
Le mie sono appunto riflessioni. Ho deciso però di nobilitare questo blog con poesie vere e proprie. Ogni tanto metterò poesie di grandi poeti scelti da me. Sceglierò, di loro, le poesie che mi hanno colpito.
Il primo "ospite illustre", in tal senso, è Eugenio Montale. Nei 3 post seguenti troverete testimonianza...a presto amici miei e grazie per la vostra frequentazione!!!

LA PRIMAVERA HITLERIANA

Per me questa poesia ha un ricordo particolare: la discussi all'esame di maturità. Fa parte della raccolta "La bufera e l'altro", uscita nel 1956. Raccoglie ,le poesie dal 1940 al 1952. Erano anni particolari. C'era stata la seconda guerra mondiale, il dilagare della società di massa, il dominio della DC e del PCI che non portò a nulla. Tutti segnali che, secondo Montale, annunciano il declino non solo dei valori autentici, ma di tutta la civiltà occidentale. La "bufera" allude alla seconda guerra mondiale ma anche a tale catastrofe, "l'altro" ad avvenimenti estranei e succesivi ad essa.
Questa poesia fa parte della quinta sezione dela raccolta. Una sezione in cui il poeta prende coscienza della crisi dei valori e cerca di trovarne dei nuovi. La poetica può asolvere questo compito. Essa deve rifugiarsi dalla "bufera" non più nell'alto, nell'astratto; ma nella concretezza, nel "fango" dell'esistenza quotidiana.
Nella poesia postata si allude ad una visita di Hitler a Firenze. E' stata scritta in due fasi: nel 1939 e nel 1946. Il capo del nazismo è il "messo infernale" ed il suo arrivo a Firenze è una profanazione ai valori della civiltà occidentale. A lui si contrappone Clizia(mentre il tedesco è l'Inferno, Clizia è il Paradiso), portatrice dei veri valori. Montale si chiede: se c'è Hitler e la guerra, allora che senso hanno i momenti vissuti con lei ("Tutto per nulla dunque?")? Ma alla fine della poesia si prospetta un possibile riscatto e la nevicata di falene, triste presagio iniziale, si trasforma in una possibile morte dei "mostri": la morte di Hitler e Mussolini.

Folta la nuvola bianca delle falene impazzite
turbina intorno agli scialbi fanali e sulle spallette,
stende a terra una coltre su cui scricchia
come zucchero il piede;l’estate imminente sprigiona
ora il gelo notturno che capiva
nelle cave segrete della stagione morta,
negli orti che da Maiano scavalcano a questi renai.
Da poco sul corso è passato a volo un messo infernale
tra un alalà di scherani,un golfo mistico acceso
e pavesato di croci a uncino l’ha preso e inghiottito,
si sono chiuse le vetrine,povere
e inoffensive benchè armate anch’esse
di cannoni e giocattoli di guerra,
ha sprangato il beccaio che infiorava
di bacche il muso dei capretti uccisi,
la sagra dei miti carnefici che ancora ignorano il sangue
s’è tramutata in un sozzo trescone d’ali schiantate,
di larve sulle golene,e l’acqua seguita a rodere
le sponde e più nessuno è incolpevole.
Tutto per nulla,dunque?-e le candele
romane a S.Giovanni,che sbiancavano lente
l’orizzonte,ed i pegni e i lunghi addii
forti come un battesimo nella lugubre attesa
dell’orda(ma una gemma rigò l’aria stillando
sui ghiacci e le riviere dei tuoi lidi
gli angeli di Tobia,i sette,la semina
dell’avvenire) e gli eliotropi nati
dalle tue mani-tutto arso e succhiato
da un polline che stride come un fuoco
e ha punte di snibibbio…
Oh la piagata
primavera è pur festa se raggela
in morte questa morte!Guarda ancora
in alto,Clizia,è la tua sorte,tu
che il non mutato amor mutata serbi,
fino a che il cieco sole che in te porti
si abbacin nell’Altro e si distrugga
in Lui per tutti.Forse le sirene,i rintocchi
che salutano i mostri nella sera
della loro tregenda,si confondono già
col suono che slegato dal cielo,scende,vince-
col respiro di un’alba che domani per tuttisi

riaffacci bianca ma senz’ali di raccapriccio,ai greti arsi del sud.

Eugenio Montale (La bufera e l'altro, Silvae, V sez.)

LA CASA DEI DOGANIERI

Questa è una di quelle poesie che fanno venire la pelle d'oca, almeno secondo me. La scrisse nel 1930 ma uscì nella raccolta "Le Occasioni". E' un Montale diverso rispetto a quello di "Ossi di seppia". Non è più utopico ma ideologico. Lascia il simbolismo per l'allegoria dantesca. Questo anche in virtù della situazione storica: l'intellettuale rimane distaccato dalla realtà, difende la sua aristocrazia contro la rozzezza del fascismo, non c'è più spazio per il volontarismo utopico...
Ma veniamo alla poesia. E' dedicata ad Arletta, una ragazza morta. Insieme a lei il poeta ha vissuto un momento di vita vera (contrapposta all'arida realtà di quel periodo) nella casa dei doganieri. I loro destini si sono poi separati tragicamente ma Montale è rimasto tenacemente legato al momento di quel ricordo. Il poeta si chiede: chi dei due è ancora vivo? Chi è rimasto davvero fedele a quegli unici momenti indimenticabili contrapposti alla gelida realtà? Perchè era quella vissuta con lei la vera autenticità. E allora tutto diventa incerto: la resistenza mnemonica del poeta e la lontananza della donna potrebbero essere fallaci.......

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dati più non torna.
Tu non ricordi;altro tempo frastorna
la tua memoria;un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo;ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo;ma tu resti sola
ne qui respiri nell’oscurità.
Oh l’orizzonte in fuga,dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui?(ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende…).
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera.Ed io non so chi va e chi resta.


Eugenio Montale (Le Occasioni)

SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO

L'indifferenza è l'unica soluzione esistenziale al male. Guardate proprio la struttura binaria di questa poesia: nella prima parte il male, nella seconda il bene, o meglio la via per conoscere la serenità...E' una struttura geniale!
Questa poesia fa parte del primo libro poetico di Montale, uscito nel 1925: "Ossi di seppia"
Certe volte a guardare il mondo si scopre di essere troppo sensibili, che si potrebbe provare tristezza anche per le piccole cose...forse allora è meglio essere indifferenti....


Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa,era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi,fuori del prodigio
che schiude la divina indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio,e la nuvola,e il falco levato


Eugenio Montale (Ossi di seppia)

domenica 3 giugno 2007

La signora da Renato Zero

Era il Giugno del 2004, quasi tre anni fa. Mi trovavo allo stadio Olimpico a vedere Renato.E' stato il suo concerto più bello, magnifico,credo che rimarrà nella storia. Alla fine lui si è pure messo a piangere per quanto si era emozionato.
Io ero lì mentre la mia delicata signorina dai discutibilissimi costumi e dai fragili ed instabili nervi da pazza assassina era fuori a combinare chissà che guai.....ma questa è un'altra storia...
Insomma, ad un certo punto Renato canta "Il cielo". Nel buio c'erano migliaia di luci accese,un'atmosfera sicuramente magica. Alla fine della canzone scoppiano i fuochi d'artificio, lui strilla:"Vi amo","Non dimenticatemi" piangendo. Le luci sul palco sembrano impazzite. Io dico tra me e me:"Ammazza,sto Renato è il più grande,lo conferma sempre". Mi giro ed una signora in lacrime fa:"Eh,però non può fare così, è troppo, io poi non resisto". Ebbene, io rispondo: "Signora,si faccia coraggio!"....E lei allora mi ringrazia di cuore...
In quel momento sembrava un funerale,non un concerto. Tutti a piagne!Eh diamine!!
No,questo per dirvi che anche questo esperimento è riuscito, la gente ha risposto bene alla rottura delle norme sociali....si,fino a quando non mi arriverà una papagna in pieno volto....

INDOVINA CHI SECONDA MANCHE- parte 2

Amici cari, vi annuncio che uno degli ospiti è stato svelato. Più precisamente, il secondo. Il primo ospite invece ancora no. Pensate alla parola "monelleggia" e pensate alla "placida immago". Non vi dico altro..d'altronde li volevate più difficili,no?
Non procederò alla terza manche finchè anche il primo fantomatico ospite non sarà svelato...
Grazie per i vostri commenti. A qualcuno ho già risposto!!