domenica 22 luglio 2007

Articolo importante

L’autore dello sconosciuto blog lancia un appello ai rapitori

Penny: “Liberate Cavallaro”

Altri 3 post per liberare l’ostaggio. Ma c’è chi parla di messinscena.

Occhiali scuri ed occhi tristi. Così si presenta Penny all’esame tenuto da Aldo e Giuseppe. Si potrebbe pensare che abbia studiato tutta la notte. Non è così però. E’, invece, estremamente teso per la sorte del suo professore e amico, Renato Cavallaro, rapito due settimane fa da Vincenzino, Carlo e Giuseppe il bidello. Si sente in colpa. I rapitori infatti hanno compiuto il loro insano gesto perché Penny non si decideva ad aggiornare da un mese il suo blog: http://isentieridellutopia.blogspot.com.
Il Maestro (così si fa chiamare Carlo nella sua cerchia), ha sfasciato una finestra dell’ appartamento del blogger lanciando un sasso in una busta di plastica in cui c’era anche un foglietto. C’era scritto: “O aggiorni il blog oppure rapiamo Renato”. Poi una riga più sotto: “E scrivilo con la tastiera tua”. Messaggio che ha fatto identificare il primo dei banditi.
Due giorni dopo le intercettazioni telefoniche hanno rivelato i complici del maestro. Giuseppe il bidello ha ricevuto una telefonata da Vincenzino che diceva: “Carissimo compare mio, ma tu lo conosci lui?”. L’interlocutore avrebbe risposto: “eh, ma eh, ma lui chi?”, quindi di nuovo Vincenzino:” Come chi? Carlo! E’ lui che ha organizzato tutto!”. Queste infine le ultime secche parole del bidello della facoltà:” Uuuuuhhh, u scienziato!! Tutt’isso fa!! Cantante, Nobèl e mo pure u rapitore!! Eh,ma eh, ma tirammo a campà va!”
Saputo tutto, Penny ha deciso di mettere tre nuovi post nel suo blog. Li troverete subito dopo quest’articolo. Riguardano le tre rubriche da lui curate.
L’autore di “I sentieri dell’utopia” ieri avrebbe detto al termine dell’esame: “Aldo, devo andare a casa. Se puoi scrivi sul tuo giornale il mio appello. Incito i rapitori a liberare il tuo collega, nonché mio grande professore. Ti do la delega. Oggi scriverò i miei nuovi tre post. Confido nella sensibilità di Vincenzino.”
Poi ha aggiunto: “Ringrazia il tuo assistente per il 28, dato che non sapevo nulla” .
Ieri sera è arrivato un video in redazione. C’era Cavallaro in primo piano che diceva: “Mmmmhhhh, beh, tiratemi fuori perchè io qua con sti pazzi non ci sto piùhhh…”. Poi un improvviso scatto: “E ai miei studenti voglio dire che chi non capisce la domanda all’esame: DODICI PUNTI IN MENO!! VA BENE?”
I rapitori hanno poi dimenticato di spegnere la telecamera. Sullo sfondo si vedeva il Maestro che gesticolava in maniera folle gridando: “Non me chiamate più!!”, Giuseppe che rideva a crepapelle con Vincenzino, e il prof Cavallaro con gli occhi spiritati che guardando nel vuoto diceva :”beh, ora chiamo Penny, e gli dico che è andato tutto lisciohhh…mmmhhh…beh,poi andiamo tutti e 5 in discotecahhh!!”….
Che sia tuta una messinscena organizzata da Penny per fare pubblicità al suo sito??

IL LAMENTO DEL CIELO

Cosa è rimasto della vostra favola?
E’ presente solo come illusione,
veicolata dalla tecnologia digitale
impegnata a rendere finta la perfezione.
Un mondo ideale come morte di realtà,
dove invece voi tutti siete soldati
e la battaglia si combatte ogni giorno.
Mi avete allontanato più volte ed ora
i vostri grattacieli tentano di sfidarmi
ed i sogni sono le vittime del progresso.
Siete ormai lacerati e divisi come atomi,
proprietà e successo sono gli ideali,
poesia e sincerità fanno sorridere.
Non è questo ciò che volevo per voi,
avete attentato più volte alla mia salute,
ed ora rischiate di colorarmi di grigio.
Eppur ci sono i superstiti della verità,
chi non passa da eroe a pagliaccio,
chi ha fiato per gridare ancora: “no!”
Se vi capiterà di volgere in alto gli occhi,
se sentirete ancora quel tremolio interno,
solo allora sarete vivi, ed io ci sarò.


INDOVINA CHI – TERZA MANCHE

Uuuuuhhhhh, arieccoci qui con altri due immagnifici ospiti…stavolta sono molto ma molto facili,miei cari sciroccati

Primo Ospite: Quel che l’altissimo ha tolto a monte,
ha ricompensato con grande virtù in basso.
Placido appar lui, senza alcuna metamorfosi.
Svelate l’identità nascosta.


Secondo Ospite: Echeggia qual usignolo nei boschi,
non è solito vagabondare preferendo la sedentarietà,
memorabile gaudio al sesto gol romanista!

Sipario e titoli finali

La modella da “Ricomincio da tre”

Orbene, una sera mi trovavo con una mia amica e con le nostre rispettive madri al ristorante di San Giovanni “Ricomincio da tre”. Era una cena organizzata dalla madre di questa adorabilissima fanciulla per combinare un matrimonio. Peccato che io sia ancora troppo giovane e poi, sposando lei, sarei diventato ospite fisso delle cliniche psichiatriche, poi manco era bella!!!…ma orsù, arriviamo al nocciolo!
Al tavolo di fianco al nostro c’era una ragazza…ecco, questa sì che era bella!! Castana, capelli lunghi mossi, occhi azzurri, magra ma con tutti gli accessori a posto (amici miei maschietti,voi mi capite!!) Con lei c’era un uomo, pensai subito che fosse il compagno. Ho notato che questa lanciava sguardi ma non ci ho fatto molto caso infatti dentro me pensavo : di fronte ad una così mi inginocchio e basta, mica mi chiamo George Clooney o Tom Cruise!
Poi ad un certo punto è diventato un fermo immagine: guardava proprio fissa su di me….Ho iniziato a crederci allora che guardasse me!
Non sapevo che fare! La ragazza stava con quello che mi sembrava fosse il fidanzato, io stavo con la mia aspirante suocera,con mia madre e con una pazza!! Ma che mi mettevo a fare??
Alchè le mie commensali femminee lo hanno notato e la mia amica se ne è uscita dicendo.”Diciamole che sono la tua ragazza così non guarda più”.Allora io le ho risposto:”Ma no! Ma non ti disturbare…ognuno è libero di fare quel che vuole, se vuole guardare lasciala fare,no?”. Eh,eh! Fossi matto!!
E qui comincia l’esperimento. Vittima: il cameriere di “Ricomincio da tre”. Quando infatti ci ha portato il conto, io gli ho detto: “Senti, ma chi è quella ragazza che è tutta la sera che guarda?”. “E’ una modella,viene spesso qui, ma davvero guarda? Racconta un po’”…insomma è andata a finire tra me ed il cameriere che parlavamo ad un tavolo da soli, mentre le mie tre accompagnatrici aspettavano di andar via…Il cameriere mi diceva:“buttati che ogni lasciata è persa, che ti frega che sta con quello, al massimo lo distraggo io”….un macello!!
Pressato da una parte e dall’altra ho deciso, come il re dei coglioni, di esaudire le richieste della mia matta amica dell’infanzia e di uscire. Però l’occhiolino l’ho lanciato a questa famigerata modella e lei l’ha rifatto…H-h-h-o!! Maroooonna mia!! Me sento male!! Acqua!! Non ce la faccio!!
Sono andato, nei mesi seguenti, sempre a cena da “Ricomincio da tre”. Ogni volta che si usciva a cena fuori io proponevo quel ristorante!
Una sola domanda : voi l’avete rivista più sta benedetta modella??? E meno male che andava spesso lì!! Quando ripenso a quella cena oggi mi mangi le mani!! Anzi, permettetevi di darvi il commiato,va!! Sennò faccio a pezzi il Pc a martellate!


sabato 9 giugno 2007

PRIMO OSPITE ILLUSTRE

Bene amici cari. Vi annuncio che anche il secondo ospite della seconda manche è stato svelato. Il nostro amico Coccia sta a tre,eh! Presto ci sarà la prossima puntata con due nuovi ospiti! Presto arriveranno nuovi racconti sui miei esperimenti! Presto ci saranno nuove mie riflessioni....Aspettatemi con ansia, nel frattempo non dimenticatemiiiiii!!!
Le mie sono appunto riflessioni. Ho deciso però di nobilitare questo blog con poesie vere e proprie. Ogni tanto metterò poesie di grandi poeti scelti da me. Sceglierò, di loro, le poesie che mi hanno colpito.
Il primo "ospite illustre", in tal senso, è Eugenio Montale. Nei 3 post seguenti troverete testimonianza...a presto amici miei e grazie per la vostra frequentazione!!!

LA PRIMAVERA HITLERIANA

Per me questa poesia ha un ricordo particolare: la discussi all'esame di maturità. Fa parte della raccolta "La bufera e l'altro", uscita nel 1956. Raccoglie ,le poesie dal 1940 al 1952. Erano anni particolari. C'era stata la seconda guerra mondiale, il dilagare della società di massa, il dominio della DC e del PCI che non portò a nulla. Tutti segnali che, secondo Montale, annunciano il declino non solo dei valori autentici, ma di tutta la civiltà occidentale. La "bufera" allude alla seconda guerra mondiale ma anche a tale catastrofe, "l'altro" ad avvenimenti estranei e succesivi ad essa.
Questa poesia fa parte della quinta sezione dela raccolta. Una sezione in cui il poeta prende coscienza della crisi dei valori e cerca di trovarne dei nuovi. La poetica può asolvere questo compito. Essa deve rifugiarsi dalla "bufera" non più nell'alto, nell'astratto; ma nella concretezza, nel "fango" dell'esistenza quotidiana.
Nella poesia postata si allude ad una visita di Hitler a Firenze. E' stata scritta in due fasi: nel 1939 e nel 1946. Il capo del nazismo è il "messo infernale" ed il suo arrivo a Firenze è una profanazione ai valori della civiltà occidentale. A lui si contrappone Clizia(mentre il tedesco è l'Inferno, Clizia è il Paradiso), portatrice dei veri valori. Montale si chiede: se c'è Hitler e la guerra, allora che senso hanno i momenti vissuti con lei ("Tutto per nulla dunque?")? Ma alla fine della poesia si prospetta un possibile riscatto e la nevicata di falene, triste presagio iniziale, si trasforma in una possibile morte dei "mostri": la morte di Hitler e Mussolini.

Folta la nuvola bianca delle falene impazzite
turbina intorno agli scialbi fanali e sulle spallette,
stende a terra una coltre su cui scricchia
come zucchero il piede;l’estate imminente sprigiona
ora il gelo notturno che capiva
nelle cave segrete della stagione morta,
negli orti che da Maiano scavalcano a questi renai.
Da poco sul corso è passato a volo un messo infernale
tra un alalà di scherani,un golfo mistico acceso
e pavesato di croci a uncino l’ha preso e inghiottito,
si sono chiuse le vetrine,povere
e inoffensive benchè armate anch’esse
di cannoni e giocattoli di guerra,
ha sprangato il beccaio che infiorava
di bacche il muso dei capretti uccisi,
la sagra dei miti carnefici che ancora ignorano il sangue
s’è tramutata in un sozzo trescone d’ali schiantate,
di larve sulle golene,e l’acqua seguita a rodere
le sponde e più nessuno è incolpevole.
Tutto per nulla,dunque?-e le candele
romane a S.Giovanni,che sbiancavano lente
l’orizzonte,ed i pegni e i lunghi addii
forti come un battesimo nella lugubre attesa
dell’orda(ma una gemma rigò l’aria stillando
sui ghiacci e le riviere dei tuoi lidi
gli angeli di Tobia,i sette,la semina
dell’avvenire) e gli eliotropi nati
dalle tue mani-tutto arso e succhiato
da un polline che stride come un fuoco
e ha punte di snibibbio…
Oh la piagata
primavera è pur festa se raggela
in morte questa morte!Guarda ancora
in alto,Clizia,è la tua sorte,tu
che il non mutato amor mutata serbi,
fino a che il cieco sole che in te porti
si abbacin nell’Altro e si distrugga
in Lui per tutti.Forse le sirene,i rintocchi
che salutano i mostri nella sera
della loro tregenda,si confondono già
col suono che slegato dal cielo,scende,vince-
col respiro di un’alba che domani per tuttisi

riaffacci bianca ma senz’ali di raccapriccio,ai greti arsi del sud.

Eugenio Montale (La bufera e l'altro, Silvae, V sez.)

LA CASA DEI DOGANIERI

Questa è una di quelle poesie che fanno venire la pelle d'oca, almeno secondo me. La scrisse nel 1930 ma uscì nella raccolta "Le Occasioni". E' un Montale diverso rispetto a quello di "Ossi di seppia". Non è più utopico ma ideologico. Lascia il simbolismo per l'allegoria dantesca. Questo anche in virtù della situazione storica: l'intellettuale rimane distaccato dalla realtà, difende la sua aristocrazia contro la rozzezza del fascismo, non c'è più spazio per il volontarismo utopico...
Ma veniamo alla poesia. E' dedicata ad Arletta, una ragazza morta. Insieme a lei il poeta ha vissuto un momento di vita vera (contrapposta all'arida realtà di quel periodo) nella casa dei doganieri. I loro destini si sono poi separati tragicamente ma Montale è rimasto tenacemente legato al momento di quel ricordo. Il poeta si chiede: chi dei due è ancora vivo? Chi è rimasto davvero fedele a quegli unici momenti indimenticabili contrapposti alla gelida realtà? Perchè era quella vissuta con lei la vera autenticità. E allora tutto diventa incerto: la resistenza mnemonica del poeta e la lontananza della donna potrebbero essere fallaci.......

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dati più non torna.
Tu non ricordi;altro tempo frastorna
la tua memoria;un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo;ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo;ma tu resti sola
ne qui respiri nell’oscurità.
Oh l’orizzonte in fuga,dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui?(ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende…).
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera.Ed io non so chi va e chi resta.


Eugenio Montale (Le Occasioni)